Intervista sull’Architettura del comfort

L'architetto Andrea Lupacchini ci racconta cosa si intende per Architettura del Comfort e perché è così importante nella progettazione.

Nel panorama contemporaneo della progettazione dei luoghi dell’abitare, siano essi professionali che domestici, si avverte sempre più forte la richiesta di un’offerta di benessere, diffuso e distribuito a tutti i livelli di interazione uomo-ambiente. 
Prodotto dello sviluppo umano (in riferimento sia all’autocoscienza che alla cultura), la domanda di comfort abitativo si fa sempre più strada nel mondo dell’architettura che si trova a dover gestire un tema complesso e apparentemente sfuggente: la percezione di un comfort che si modifica, nel suo essere in funzione del momento storico e del luogo geografico, e che sembra avere una natura sia assoluta che relativa. 
Nel panorama contemporaneo della progettazione dei luoghi dell’abitare, siano essi professionali che domestici, si avverte sempre più forte la richiesta di un’offerta di benessere, diffuso e distribuito a tutti i livelli di interazione uomo-ambiente. 
Prodotto dello sviluppo umano (in riferimento sia all’autocoscienza che alla cultura), la domanda di comfort abitativo si fa sempre più strada nel mondo dell’architettura che si trova a dover gestire un tema complesso e apparentemente sfuggente: la percezione di un comfort che si modifica, nel suo essere in funzione del momento storico e del luogo geografico, e che sembra avere una natura sia assoluta che relativa. 
Un argomento, perciò, che non si può dare per scontato e che, anzi, senz’altro merita di essere approfondito e problematizzato. Le variabili implicate nel concetto di comfort si focalizzano su quelle condizioni che relazioniamo alla percezione del benessere all’interno dello spazio costruito. 
Tali condizioni (termiche, acustiche, illuminotecniche, olfattive, materiche, prossemiche, ecc.) se, da una parte, possono essere circoscritte ed analizzate separatamente, dall’altra devono essere sapientemente relazionate in rapporti di interdipendenza ed in ottemperanza a principi progettuali rispondenti all’intersezione interattiva sussistente tra canali sensoriali differenti e tra questi e l’ambiente.  
Oggi, compito fondamentale dell’architetto è, infatti, non solo quello di assolvere a dei vincoli che se non rispettati ostacolerebbero l’ottenimento di elevati livelli di comfort, ma anche quello di esplicitare quei presupposti umani, vissuti al livello d’inconscio, in grado di favorirlo e di incrementarlo. 
A metà strada tra la disciplina scientifica e quella umanistica, l’architetto di oggi deve percorrere entrambe e saper attingere a molteplici dispositivi concettuali che, in questa proposta narrativa, vengono abilmente organizzati dalla sensibilità di un autore, che più volte, tra le righe, allude ad una funzione maieutica dell’architettura ormai diventata, al pari del comfort, inderogabile. 

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